La “paura del giudizio”: la condanna degli amministratori pubblici!
Sono passati quasi dieci mesi dall’inizio di questa nuova avventura. Diventare “amministratore della cosa pubblica” ritengo sia uno dei momenti di massima esposizione che si possano provare nella vita. Sin dal primo giorno si palesano cambiamenti che ritieni di poter “governare” ma che con il passare del tempo si appropriano della cosiddetta “zona di confort” e ti travolgono, privo di difese, con uno tsunami di informazioni, richieste, accusa, attacchi…minacce!
Si minacce, più o meno velate. La più comune, la più insistente, la meno nobile: “ogni volta che voti ti assumi una responsabilità che ricadrà sulla tua vita!”
La paura del giudizio ti assale. Leggi negli sguardi degli oppositori il piacere di provare a farti del male, il gusto di metterti in difficoltà, il sorriso sarcastico di chi con la minaccia prova a metterti nell’angolo per soddisfare i propri interessi.
Il “persecutore interno” della paura di non essere all’altezza inizia un lavoro lento, continuo,
implacabile. Iniziano a riconcorrersi le affermazioni “devo riflettere”, “non sono sicuro”, “forse hanno ragione”.
Ecco! Tutto questo accade in soggetti deboli. Coloro per i quali assumere una decisione diventa una vera e propria tortura. Coloro per i quali la “paura del giudizio diventa una vera e propria condanna!”
Essere giudicati è la sanzione inflitta a chi decide di assumere ruoli di responsabilità, a chi decide di impegnarsi ogni giorno…soprattutto per il Bene Comune!
Essere giudicati è la condanna più nobile per chi (come il sottoscritto) ha scelto nella vita di lavorare per innalzare le aspettative altrui. Per chi ha deciso che il confronto, di qualsiasi tipo, di qualsiasi livello, non è un campo di battaglia ma un prato verde su cui si gioca la partita della rigenerazione sociale. Verso questi soggetti più dimostrerete la debolezza dell’arroganza, dell’ignoranza, della violenza, più ne otterrete “guanti di sfida”, più vi spingeranno verso scelte complesse, più metteranno alla berlina il vostro valore, la vostra fiducia, la vostra autostima.
In realtà la paura ha anche degli aspetti positivi e importanti in quanto è un’emozione fondamentale che di fronte a certe situazioni ci permette di proteggerci e difenderci creando uno stato di allerta che ci rende reattivi, ci consente di prevedere e reagire agli eventi minacciosi.
Io non ho paura di decidere! Soprattutto quando in ballo ci sono responsabilità che riguardano i più deboli, gli emarginati, coloro i quali la sindrome NINBY relegherebbe fuori da ogni logica di inclusione.
Sento forte una sola responsabilità che è quella di liberare la Città di Matera dalle catene del clientelismo, quella di contrastare l’antipolitica con le politiche delle buone pratiche.
Sono passati dieci mesi ma la partita è appena cominciata, siamo Amministratori Pubblici e dal vostro giudizio trarremo le migliori politiche per il rilancio della nostra città.