Il dovere della Memoria. Matera2019!
Sul futuro della Fondazione Matera 2019 è il momento di abbandonare la diatriba politica e tornare a restituire alla Città il dovuto ruolo di primo piano.
Ritengo doveroso fare alcuni chiarimenti, che oso definire tecnici, a seguito delle esternazioni, pubblica su Il Quotidiano di sabato 8 ottobre, del Consigliere Giovanni Schiuma.
In prima analisi è necessario sottolineare come l’azione di sottoporre le proposte, di modifica allo Statuto della Fondazione, alla competente Commissione Cultura rientra nel rispetto della condivisione e della trasparenza che stanno contraddistinguendo l’azione dell’Amministrazione Bennardi. E credo di poter affermare come, in tutto il percorso di Matera 2019, questa sia la prima volta che il Consiglio Comunale di Matera è chiamato ad esprimersi non per ratificare ma per una reale partecipazione alle scelte.
Ma quello che non torna, rispetto al ruolo di delegato, del Consiglio Comunale nel Comitato di Indirizzo della Fondazione, del collega Schiuma è che lo stesso si avventuri in una serie di analisi politiche critiche piuttosto che assumere la responsabilità di essere propositivo. E’ innegabile che, l’area politica di provenienza, che in passato è stata foriera di decisioni unilaterali giustificate con l’emergenza del 2019, inducano il collega ad ipotizzare un ruolo di controllo piuttosto che di proposta e collaborazione.
Il ruolo principale del Comitato di Indirizzo è quello di garantire la massima partecipazione alle scelte della Fondazione e di definirne il percorso in prospettiva futura.
Le scelte di Domenico Bennardi, in merito al tentativo di favorire la continuità di una struttura, che è custode unica dei rapporti internazionali costruiti con il percorso ECOC, non hanno nulla di ambiguo anzi sono estremamente trasparenti in quanto da sempre si è affermato che le uniche condizioni per darne continuità erano la leadership materana ed un nuovo oggetto sociale che definisse il perimetro entro cui farla operare.
Altro errore che commette il Consigliere Schiuma lo si individua nella richiesta di autosostenibilità della Fondazione da un lato, mentre dall’altro si impone il controllo totalmente pubblico. Purtroppo si deve constatare che la lezione di una macchina rimasta senza carburante, a causa delle beghe politiche, non è stata ancora sufficiente e non sembra si voglia ragionare su come rendere appetibile la partecipazione degli stakeholders del settore della cultura al percorso sino al 2035.
L’operazione di coinvolgere l’attuale struttura della Fondazione Matera 2019 nel bando eventi cultura del Comune per il biennio 2022/2023 ha indubbiamente creato un momento di rottura rispetto ai rapporti sino ad ora in essere. La scelta del Sindaco e dell’Assessore D’Oppido hanno aperto nuovi scenari che consentono alla Fondazione Matera 2019 di mettere a disposizione dei Comuni Lucani gli oltre 10 anni di esperienza e relazioni sino ad ora acquisiti.
Non vi è da aprire un dibattito pubblico ed allargato se si deve o meno mantenere viva la memoria di Matera Capitale Europea della Cultura. Il Consiglio Comunale di Matera ha il dovere di pretendere che non si disperdano le energie positive che hanno reso la Città attrattiva ed attraverso le quali tutta la Regione Basilicata ha tratto vantaggio.
Anche la Fondazione Orchestra ICO si innesta in questo solco, così come eventuali altri soggetti che si rendessero necessari per rendere generatore di profitto sociale l’immenso patrimonio storico culturale di cui Matera è dotata ma che è assolutamente impossibile gestire con una struttura pubblica ingessata già nella sola gestione dell’ordinaria amministrazione.
Su temi di questa portata non può esserci un Governo cittadino ed una opposizione, sono auspicabili diversità di vedute, ma con il dibattito e la partecipazione scevra da preconcetti e colori politici ci si deve incanalare nelle scelte corrette per il bene della Città e dei Materani.