Un Giorno perfettamente imperfetto!
Si ripete da oltre seicento anni. Ad interromperlo solo eventi di portata straordinaria, guerre o pandemie. Altrimenti, la Città, è sempre pronta al suo “Giorno più lungo”, al giorno più atteso, al giorno più discusso, perché non c’è interpretazione più autentica del “a mogghj a mogghj all’onn cj vahn”, di bene in meglio per il futuro, se non quella di dire che è il “Giorno perfettamente imperfetto”!
Tutto comincia con lo scandire delle ore, la Città non dorme più nella notte tra il giorno uno ed il giorno due e riprende la normalità della quotidianità solo all’alba del giorno tre. Un giorno lungo un numero imprecisato di ore, come imprecisato è il numero di anni che compone la storia millenaria di Matera. Un percorso storico con alcuni angoli bui che non consentono di scrivere una perfetta trama di continuità.
Ad organizzare tutti i momenti della “Festa della Bruna” un nutrito gruppo di volontari che impegna esperienza e sacrificio per devozione alla Madonna. Per tutto il giorno riecheggia il grido di gioia “Evviva Maria”, perché la festa è per Maria SS della Bruna, ma i materani in modo imperfetto la chiamano la Madonna della Bruna.
Matera per il 2 luglio si divide in chi il “carro lo difende” e chi il “carro lo assalta”. La storia racconta il perché tutto ciò avviene. Da sempre tutto ciò avviene perché la tradizione, la devozione, la passione la si vive ognuno a proprio modo, persino le critiche, i mugugni, le esasperazioni sono una perfetta partecipazione.
È una Festa imperfetta come imperfetta è l’opera umana che punta alla perfezione.
Ogni cosa è stabilita ma ogni momento è carico di incognite. Un cavallo imbizzarrito, un funzionario troppo rigido, una luminaria spenta, un fuoco d’artificio fuori rotta. Eppure il “Giorno più lungo” è stato preceduto da un intero anno di preparativi, sulla carta, perfetti!
Nonostante tutti vi sono elementi di perfezione, ogni materano, senza ombra di dubbio, individua i suoi. Elementi distintivi che faranno ricordare perfettamente la Festa, anche a distanza di tempo.
Per la Festa dell’anno del Signore 2022 alcuni nomi, ognuno ha corretto nel tempo le proprie imperfezioni, senza mai raggiungere l’ottimo: Bruno, con la sua pacatezza “ferma” nella certezza che tutto si sarebbe compiuto; Domenico, simbolo della mediazione “intransigente” al rispetto della comunità; Nicola, l’esperienza intrisa nel “baffo nero” e nella regalità dell’andamento da condottiero; Davide, passione ed irruenza giovanile che mescolati lo hanno reso leader del confronto serrato; Francesco (Don!!!), di lui è stato detto “una grande scoperta”, un nuovo simbolo della materana spiritualità; e poi Mariano e Dino, Tiziana, Franco, Pino (Don!!!)…
Senza voler togliere niente a nessuno, l’elenco potrebbe essere molto più lungo, d’altronde nel giorno più lungo non può essere diversamente!
Ma lasceremo anche questo elenco imperfettamente compiuto. Così deve essere “a mogghj a mogghj all’onn cj vahn” nella convinzione che tutto è perfettibile, mai nulla sarà perfetto.