In un momento di grande difficoltà culturale, soprattutto nel settore della politica del Paese Italia, è sicuramente un ottimo esercizio mentale quello di confrontarsi su un tema importante come quello della Democrazia.
È indubbia la considerazione che, della Democrazia, nessuno dei massimi esponenti della politica nazionale, e locale, possa erigersi a paladino, soprattutto quando ci si trova a guardare “gli altri”, i nuovi della politica, governare il Paese.
Come racconta lo Zarathustra di Nietzsche “E’ tempo che l’uomo si proponga la sua meta. E’ tempo che l’uomo pianti il nocciolo della sua più alta speranza. Il suo terreno è ancora ricco a sufficienza”.
Il riferimento non può che essere al ritorno ad una attiva partecipazione alla vita politica e democratica dei territori evitando di lasciare ogni decisione nelle mani di pochi intimi, che facilmente si racchiudono nel così detto “cerchio magico” con l’unico interesse quello di accantonare ogni possibile ricchezza a disprezzo e discapito del Bene Comune.
Ma probabilmente è proprio il rapporto tra Democrazia e Bene Comune che rischia di ingenerare fraintendimenti tali da condurci a pensare che stiamo vivendo l’epoca della “malintesa democrazia”. Lavorare per il Bene Comune trasforma il confine della proprietà in un ampio spettro in cui si accomodano facilmente le meno nobili interpretazioni dei professionisti della politica, per dirla con le parole di Papa Francesco “siamo così abituati «all’ambiente di inequità che ci circonda» che «confondiamo, senza accorgercene, il bene comune con il benessere, specialmente quando siamo noi che ne godiamo.”
E se la riflessione si sposta ancora più in alto verso l’Esistenza Sociale quale Bene Comune probabilmente siamo chiamati a rivedere qualche decennio di propaganda politico/elettorale a difesa della Libertà.
Quasi certamente ci spingeremmo senza neanche rendercene conto ad intraprendere un nuovo percorso per la costruzione della Democrazia delle Libertà. Il nuovo concetto dovrebbe, questa volta, provare a ridisegnare il pensiero di Fr. Nietzsche per cui “tutto ciò che esiste è giusto ed ingiusto e, in entrambi i casi, ugualmente giustificabile” verso un modello più consono alla società moderna in cui è necessario ripartire da una logica di rispetto globale facendo del Bene Comune lo strumento di Dittatura Democratica alla quale sottomettere ogni velleità di prevaricazione culturale e sociale, e quindi “è giusto tutto quanto è giustificabile per l’esistenza comune”.
Dove collocare politicamente un nuovo pensiero che fa interagire il Diritto alla Proprietà con il Dovere alla Comune disponibilità dell’Esistenza Civile, è impresa a dir poco ardua, soprattutto se si considera il baratro di cultura che anni di “nullismo” politico lasciano come eredità a quella che si appresta a diventare la Terza Repubblica Italiana.
L’esercizio mentale proposto non può che porsi lo scopo di avviare una riflessione strutturata sui risultati delle ultime consultazioni , configurandosi come il setaccio, a maglie molto strette, da cui far passare solo menti raffinate, libere e disponibili, capaci di confrontarsi sulle reali esigenze di una società civile degna di assumersi la responsabilità di costruire il futuro del Paese scrivendo le nuove regole nella “Democrazia delle Libertà”.
In ricordo dell’anno 1000, in cui il “buio” l’ha fatta da padrone (secondo la teoria dei corsi e ricorsi storici accennerei anche ad un anno 1000aC, il Medioevo Ellenico), anche il 2000 vede il suo oscurantismo. Mi auguro di non dover aspettare 500 anni prima di poter uscire dal “nuovissimo Medioevo” o “altissimo Medioevo”.
Aspettare un Cristoforo Colombo che navighi verso nuove galassie per farci uscire dagli abissi, sarebbe dura.
Quindi mi aspetto che si arrivi prestissimo ad un’Età Moderna, in cui gli Illuminati possano scuotere velocemente le menti e si attuino imminentemente per risvegliare i popoli, arrivando ad una Rivoluzione, Pacifica s’intende, e sovvertire gli Assolutismi mascherati da Democrazie.
Poi si può parlare di Bene Comune, di Esistenza Sociale, di Libertà e di Democrazia. Fino a quando l’assopimento cerebrale e culturale sarà così esteso, credo non si possa fare molto.
Non sono una pessimista o una falciatrice di sogni, anzi, al contrario, sono una possibilista e ottimista. Semmai ci fossero degli Illuminati, si facciano avanti. Tra i motti della mia vita c’è uno dei più famosi di Voltaire (o spacciato per uno dei suoi aforismi, ma ne si può discutere) “Non sono d’accordo con ciò che dici, ma darei la vita affinché tu possa dirla”!
Credo che le radici del declino della politica italiana, o meglio dire dell‘italiano, è da ricercare nel concetto di libertà. Negli ultimi decenni, la libertà, dove affonda le radici la democrazia, è stata intesa dal popolo italiano come mezzo per raggiungere il bene proprio e non certo il bene comune. Sinonimo di egoismo.
In tanti sono morti per la libertà.
I politici che fino ad oggi hanno governato, hanno governato da italiani, con egoismo, per i loro interessi o quello degli amici. Stesso modo di carpire il principio di libertà, dalla massa.
Chi ci governa oggi è frutto della vecchia politica. Frutto del loro modo di governare.
Quanto tempo dovrà passare per educare il popolo italiano al giusto concetto della libertà e vivere nel rispetto della democrazia.
Riusciremo a vedere questo cambiamento?
Operiamo per raggiungere cambiamento. Se non vogliamo farlo per noi, facciamolo per i nostri figli, per i giovani, lasciamo loro un‘Italia diversa, lasciamo loro un buon ricordo di noi.